Il presente lavoro si concentra sugli esiti del contatto linguistico nelle varietà galloitaliche della Sicilia. Si indaga il rapporto con il siciliano che, dall'arrivo dei coloni nell'isola in epoca medievale (XI-XIII secolo) fino a pochi decenni fa, ha rappresentato il codice di prestigio e la varietà dominante. In particolare, si cerca di chiarire le ragioni della maggiore resistenza alla sicilianizzazione della morfologia rispetto alla sintassi. Su questo comportamento scisso della grammatica si innesta una polarizzazione ancora più netta: mentre la sintassi delle minoranze galloitaliche si è rifoggiata sul modello siciliano, la fonologia ha mantenuto essenzialmente una facies settentrionale. La conservazione del livello fonologico è stata recentemente spiegata sulla base di fattori sociolinguistici riassumibili nel valore identitario assegnato dalle comunità galloitaliche alle specificità fonetiche della loro lingua ereditaria, come reazione all'azione assimilatrice esercitata dal codice maggioritario. L'esame condotto in questo contributo sulla morfologia restituisce una serie notevole di tratti molto resistenti al contatto e che segnano una netta distanza, anche percettiva, con i dialetti siciliani. Questa resistenza può non avere solo una spiegazione eminentemente strutturale. Infatti, diversi aspetti sociolinguistici relativi a queste comunità gallosiciliane contribuiscono a dimostrare che anche fattori di tipo identitario - analogamente a quanto emerso per la componente fonetica - nonché aspetti quali la salienza e la consapevolezza hanno giocato un ruolo chiave nella conservazione di certi tratti morfologici. English This paper focuses on the outcomes of language contact in the Gallo-Italic varieties in Sicily. It investigates the relationship with Sicilian, which, from the arrival of settlers on the island in Medieval times (11th-13th Centuries) until a few decades ago, represented the prestige code and the dominant variety. In particular, an attempt is made to clarify the reasons for the greater resistance to the sicilianisation of morphology than of syntax. This split behaviour of grammar is grafted onto an even sharper polarisation: while the syntax of the Gallo-Italic minorities has been based on the Sicilian model, phonology has essentially retained a Northern facies. The preservation of phonological level has recently been explained on the basis of sociolinguistic factors that can be summarised in the identity value assigned by the Gallo-Italic communities to the phonetic specificities of their ancestral language, as a reaction to the assimilating action exerted by the majority code. The examination conducted in this contribution on the morphology yields a remarkable series of traits that are very resistant to contact and that mark a clear distance, also perceptive, with Sicilian dialects. This resilience can have not only a structural explanation. In fact, various sociolinguistic evidences contribute to show that identity-type factors – similarly to what emerged for the phonetic component – as well as aspects such as salience and awareness also played a key role in the preservation of certain areas of morphology.
Grammatiche scisse nel contatto linguistico: il caso delle minoranze galloitaliche in Sicilia. Parte prima
Angela Castiglione
2024-01-01
Abstract
Il presente lavoro si concentra sugli esiti del contatto linguistico nelle varietà galloitaliche della Sicilia. Si indaga il rapporto con il siciliano che, dall'arrivo dei coloni nell'isola in epoca medievale (XI-XIII secolo) fino a pochi decenni fa, ha rappresentato il codice di prestigio e la varietà dominante. In particolare, si cerca di chiarire le ragioni della maggiore resistenza alla sicilianizzazione della morfologia rispetto alla sintassi. Su questo comportamento scisso della grammatica si innesta una polarizzazione ancora più netta: mentre la sintassi delle minoranze galloitaliche si è rifoggiata sul modello siciliano, la fonologia ha mantenuto essenzialmente una facies settentrionale. La conservazione del livello fonologico è stata recentemente spiegata sulla base di fattori sociolinguistici riassumibili nel valore identitario assegnato dalle comunità galloitaliche alle specificità fonetiche della loro lingua ereditaria, come reazione all'azione assimilatrice esercitata dal codice maggioritario. L'esame condotto in questo contributo sulla morfologia restituisce una serie notevole di tratti molto resistenti al contatto e che segnano una netta distanza, anche percettiva, con i dialetti siciliani. Questa resistenza può non avere solo una spiegazione eminentemente strutturale. Infatti, diversi aspetti sociolinguistici relativi a queste comunità gallosiciliane contribuiscono a dimostrare che anche fattori di tipo identitario - analogamente a quanto emerso per la componente fonetica - nonché aspetti quali la salienza e la consapevolezza hanno giocato un ruolo chiave nella conservazione di certi tratti morfologici. English This paper focuses on the outcomes of language contact in the Gallo-Italic varieties in Sicily. It investigates the relationship with Sicilian, which, from the arrival of settlers on the island in Medieval times (11th-13th Centuries) until a few decades ago, represented the prestige code and the dominant variety. In particular, an attempt is made to clarify the reasons for the greater resistance to the sicilianisation of morphology than of syntax. This split behaviour of grammar is grafted onto an even sharper polarisation: while the syntax of the Gallo-Italic minorities has been based on the Sicilian model, phonology has essentially retained a Northern facies. The preservation of phonological level has recently been explained on the basis of sociolinguistic factors that can be summarised in the identity value assigned by the Gallo-Italic communities to the phonetic specificities of their ancestral language, as a reaction to the assimilating action exerted by the majority code. The examination conducted in this contribution on the morphology yields a remarkable series of traits that are very resistant to contact and that mark a clear distance, also perceptive, with Sicilian dialects. This resilience can have not only a structural explanation. In fact, various sociolinguistic evidences contribute to show that identity-type factors – similarly to what emerged for the phonetic component – as well as aspects such as salience and awareness also played a key role in the preservation of certain areas of morphology.File | Dimensione | Formato | |
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