La crescente domanda di risorse ed energia impone lo sviluppo di processi produttivi sostenibili, capaci di ridurre l'impatto ambientale e valorizzare i sottoprodotti. Questa tesi esplora un approccio integrato di bioraffinazione per la valorizzazione degli scarti della filiera ittica, con particolare attenzione agli scarti di tonno forniti dalla ditta Callipo s.r.l. Attraverso una metodologia innovativa che comprende l’estrazione di olio di pesce per la produzione di omega-3 a freddo e mediante l’impiego di solventi, sono stati analizzati diversi aspetti chiave per la produzione di bio-prodotti e bioenergia. Sono stati effettuati testi di estrazione di olio di pesce dalle parti molli del tonno, per valutare la capacità estrattiva di diversi solventi. I residui solidi post-estrazione sono stati valorizzati tramite co-digestione con scarti vegetali, con risultati variabili in base al solvente utilizzato. Gli esperimenti condotti hanno evidenziato che il d-Limonene, pur essendo il solvente più efficace nell'estrazione di acidi grassi essenziali come il DHA, compromette significativamente la digestione anaerobica. Al contrario, il 2-Metiltetraidrofurano (2-Meox) ha mostrato buone capacità estrattive e un impatto minimo sulla produzione di metano, risultando un solvente promettente. Sono stati effettuati test preliminari di fitotossicità per valutare se la presenza di solvente residuo del digestato, utilizzato come ammendante agricolo, compromettesse la crescita delle piante. I risultati ottenuti, sebbene preliminari, hanno dimostrato come non vi sia evidenza di effetti negativi sulla crescita delle piante. Sono stati inoltre condotti esperimenti di precipitazione della struvite, un composto di grande interesse agronomico, a partire dai digestati anaerobici. Le ossa del tonno, precedentemente separate dalle parti molli, sono state impiegate come fonte di fosforo. I risultati ottenuti hanno evidenziato che le ossa del tonno possono rappresentare un’interessante fonte alternativa di fosforo per la produzione di struvite. Sebbene non immediatamente applicabile su scala industriale, il lavoro rappresenta una base solida per ulteriori sviluppi. Questo approccio multidisciplinare, allineato agli obiettivi di sviluppo sostenibile, promuove un modello circolare e resiliente, integrando la bioraffinazione nella gestione degli scarti ittici per creare valore economico e ambientale.
Valorizzazione degli scarti di lavorazione industriale del pesce azzurro in composti nutraceutici, bioenergia e fertilizzanti organici
PEDULLÀ, ALTEA
2024-12-17
Abstract
La crescente domanda di risorse ed energia impone lo sviluppo di processi produttivi sostenibili, capaci di ridurre l'impatto ambientale e valorizzare i sottoprodotti. Questa tesi esplora un approccio integrato di bioraffinazione per la valorizzazione degli scarti della filiera ittica, con particolare attenzione agli scarti di tonno forniti dalla ditta Callipo s.r.l. Attraverso una metodologia innovativa che comprende l’estrazione di olio di pesce per la produzione di omega-3 a freddo e mediante l’impiego di solventi, sono stati analizzati diversi aspetti chiave per la produzione di bio-prodotti e bioenergia. Sono stati effettuati testi di estrazione di olio di pesce dalle parti molli del tonno, per valutare la capacità estrattiva di diversi solventi. I residui solidi post-estrazione sono stati valorizzati tramite co-digestione con scarti vegetali, con risultati variabili in base al solvente utilizzato. Gli esperimenti condotti hanno evidenziato che il d-Limonene, pur essendo il solvente più efficace nell'estrazione di acidi grassi essenziali come il DHA, compromette significativamente la digestione anaerobica. Al contrario, il 2-Metiltetraidrofurano (2-Meox) ha mostrato buone capacità estrattive e un impatto minimo sulla produzione di metano, risultando un solvente promettente. Sono stati effettuati test preliminari di fitotossicità per valutare se la presenza di solvente residuo del digestato, utilizzato come ammendante agricolo, compromettesse la crescita delle piante. I risultati ottenuti, sebbene preliminari, hanno dimostrato come non vi sia evidenza di effetti negativi sulla crescita delle piante. Sono stati inoltre condotti esperimenti di precipitazione della struvite, un composto di grande interesse agronomico, a partire dai digestati anaerobici. Le ossa del tonno, precedentemente separate dalle parti molli, sono state impiegate come fonte di fosforo. I risultati ottenuti hanno evidenziato che le ossa del tonno possono rappresentare un’interessante fonte alternativa di fosforo per la produzione di struvite. Sebbene non immediatamente applicabile su scala industriale, il lavoro rappresenta una base solida per ulteriori sviluppi. Questo approccio multidisciplinare, allineato agli obiettivi di sviluppo sostenibile, promuove un modello circolare e resiliente, integrando la bioraffinazione nella gestione degli scarti ittici per creare valore economico e ambientale.Pubblicazioni consigliate
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