Il presente saggio si propone di analizzare un’opera centrale nella produzione di Vincenzo Consolo, la ‘favola teatrale’ Lunaria (1985), attraverso i suoi punti di somiglianza e difformità con L’esequie della luna (1967) di Lucio Piccolo, di cui costituisce la riscrittura. Questo caso di studio appare interessante non solo per l’antichità e la pervasività del topos letterario della luna caduta in terra ma anche per la natura ‘palinsestica’ o addirittura ‘palincestuosa’ della stessa scrittura di Consolo. In queste pagine, pertanto, si tenterà di analizzare Lunaria sotto tre aspetti specifici: in quanto mise en abyme di riscritture, in quanto opera quasi teatrale e, infine, in quanto cunto della melancolia. Tali aspetti appaiono variamente connessi a un’idea di relazione dialogica, se non proprio dialettica, tra il testo di partenza e quello di arrivo.
Vincenzo Consolo riscrittore di Lucio Piccolo. Tre riflessioni su «Lunaria»
Paolo Pizzimento
2024-01-01
Abstract
Il presente saggio si propone di analizzare un’opera centrale nella produzione di Vincenzo Consolo, la ‘favola teatrale’ Lunaria (1985), attraverso i suoi punti di somiglianza e difformità con L’esequie della luna (1967) di Lucio Piccolo, di cui costituisce la riscrittura. Questo caso di studio appare interessante non solo per l’antichità e la pervasività del topos letterario della luna caduta in terra ma anche per la natura ‘palinsestica’ o addirittura ‘palincestuosa’ della stessa scrittura di Consolo. In queste pagine, pertanto, si tenterà di analizzare Lunaria sotto tre aspetti specifici: in quanto mise en abyme di riscritture, in quanto opera quasi teatrale e, infine, in quanto cunto della melancolia. Tali aspetti appaiono variamente connessi a un’idea di relazione dialogica, se non proprio dialettica, tra il testo di partenza e quello di arrivo.Pubblicazioni consigliate
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