Il saggio propone una lettura in chiave antropologica del confine renano-danubiano in età tardoantica, partendo dall’analisi di alcuni elementi riconoscibili come costanti del patrimonio simbolico della cultura romana nel suo insieme e della grammatica mentale dell’uomo romano in ogni epoca: la sacralità del confine, sancita ab initio con il rito fondativo; la deificazione dei limites mediante il culto del “dio ostinato” Terminus; il timore per gli spazi aperti, di cui si associava l’alterità all’essenza dell’Altro per eccellenza, il Barbaro; la percezione di una necessaria dicotomia tra natura e cultura, ancor più accentuata nelle aree frontaliere, che dividono e uniscono gli spazi reciproci, luoghi antropologici per eccellenza, perché identitari, relazionali e storici.
Universalismo e alterità sul limes renano-danubiano in età tardoantica.
Rosalba Arcuri
2025-01-01
Abstract
Il saggio propone una lettura in chiave antropologica del confine renano-danubiano in età tardoantica, partendo dall’analisi di alcuni elementi riconoscibili come costanti del patrimonio simbolico della cultura romana nel suo insieme e della grammatica mentale dell’uomo romano in ogni epoca: la sacralità del confine, sancita ab initio con il rito fondativo; la deificazione dei limites mediante il culto del “dio ostinato” Terminus; il timore per gli spazi aperti, di cui si associava l’alterità all’essenza dell’Altro per eccellenza, il Barbaro; la percezione di una necessaria dicotomia tra natura e cultura, ancor più accentuata nelle aree frontaliere, che dividono e uniscono gli spazi reciproci, luoghi antropologici per eccellenza, perché identitari, relazionali e storici.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


