Il trattato L’evento, seppure nel tono esoterico tipico dei trattati heideggeriani degli anni Quaranta, indica “le vie della divergenza [Austrag] della differenza”, anticipando il tema delle conferenze raccolte in Identità e differenza (1957). In questo contesto, Heidegger afferma che l’evento è “l’essere come la relazione [Verhältnis]”, come il Tra [Zwischen], oltrepassando la metafisica onto-teo-logica, che pensa l’essere come stabile fondamento dell’ente. Nella terza sezione, in particolare, intitolata La differenza [Der Unterschied], Heidegger precisa che la differenza non separa l’essere, inteso come mondo sovrasensibile, dall’ente, inteso come mondo sensibile, e neppure allude semplicemente alla differenza [Differenz] ontologica “oggettivata [vergegenständlicht]” in Essere e tempo, ma attraversa all’interno l’essere stesso. L’essere è essenzialmente la differenza, da cui scaturiscono tutte le separazioni, che non sono ‘rilevabili’ in una sintesi dialettica. Tuttavia, la differenza ontologica, o meglio la distinzione [Unterschiedung], resta, a suo avviso, un passaggio inevitabile per giungere all’altro inizio del pensiero, alla fondamentale domanda in-domandata dell’essere come Unterschied. Sebbene per il pensiero rappresentativo la differenza sia inesperibile, Heidegger ritiene possibile un’esperienza dell’Essere, in quanto differenza, ma solo per “un’umanità trasformata”, che rinunci alla volontà di far a venire e accetti di lasciar a venire, sopportando il dolore della divergenza. La differenza accade “di tanto in tanto” e l’evento appropriante espropria [enteignet], facendo sperimentare all’uomo la sua “dipendenza” e la transpropriazione [Über-eignung] dell’essere-proprio-a-sé [Sich-zu-eigen]. Il pensiero della differenza rimane, purtroppo, un sentiero interrotto del Denkweg heideggeriano; si deve soprattutto a Jacques Derrida avere raccolto l’eredità di questa sfida, traendone fino in fondo le conseguenze, non solo sul piano teoretico, ma anche su quello etico e politico.

L’evento della differenza in Das Ereignis di Martin Heidegger

SURACE V
2024-01-01

Abstract

Il trattato L’evento, seppure nel tono esoterico tipico dei trattati heideggeriani degli anni Quaranta, indica “le vie della divergenza [Austrag] della differenza”, anticipando il tema delle conferenze raccolte in Identità e differenza (1957). In questo contesto, Heidegger afferma che l’evento è “l’essere come la relazione [Verhältnis]”, come il Tra [Zwischen], oltrepassando la metafisica onto-teo-logica, che pensa l’essere come stabile fondamento dell’ente. Nella terza sezione, in particolare, intitolata La differenza [Der Unterschied], Heidegger precisa che la differenza non separa l’essere, inteso come mondo sovrasensibile, dall’ente, inteso come mondo sensibile, e neppure allude semplicemente alla differenza [Differenz] ontologica “oggettivata [vergegenständlicht]” in Essere e tempo, ma attraversa all’interno l’essere stesso. L’essere è essenzialmente la differenza, da cui scaturiscono tutte le separazioni, che non sono ‘rilevabili’ in una sintesi dialettica. Tuttavia, la differenza ontologica, o meglio la distinzione [Unterschiedung], resta, a suo avviso, un passaggio inevitabile per giungere all’altro inizio del pensiero, alla fondamentale domanda in-domandata dell’essere come Unterschied. Sebbene per il pensiero rappresentativo la differenza sia inesperibile, Heidegger ritiene possibile un’esperienza dell’Essere, in quanto differenza, ma solo per “un’umanità trasformata”, che rinunci alla volontà di far a venire e accetti di lasciar a venire, sopportando il dolore della divergenza. La differenza accade “di tanto in tanto” e l’evento appropriante espropria [enteignet], facendo sperimentare all’uomo la sua “dipendenza” e la transpropriazione [Über-eignung] dell’essere-proprio-a-sé [Sich-zu-eigen]. Il pensiero della differenza rimane, purtroppo, un sentiero interrotto del Denkweg heideggeriano; si deve soprattutto a Jacques Derrida avere raccolto l’eredità di questa sfida, traendone fino in fondo le conseguenze, non solo sul piano teoretico, ma anche su quello etico e politico.
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