Il saggio approfondisce il tema del lavoro in sanità, alla luce degli scenari sfidanti emersi dalla Missione 6 del PNRR e dalle riforme su regionalismo differenziato e assistenza territoriale integrata. L’A. affronta, in chiave attualizzante, il tema del riparto delle competenze in materia e le conseguenze degli interventi della Consulta sulla c.d. riforma Calderoli. Viene, poi, esaminato il ruolo dell’Accordo Collettivo Nazionale e i rapporti con le fonti sottordinate, al fine di focalizzare le cause del progressivo abbandono del SSN da parte del personale medico e infermieristico, valutando i possibili esiti della riforma dei Medici di medicina generale. La disamina dei nuovi modelli, prescelti dalla deospedalizzazione, fa emergere difficoltà non risolvibili con una mera redistribuzione del personale interno al Ssn, che non si traduca in reali investimenti in nuovo personale e risorse di formazione e finanziarie aggiuntive. Vengono, pertanto, prospettati programmi di potenziamento dei livelli di assistenza sanitaria, coordinati stabilmente con i servizi del territorio attraverso gli strumenti che la tecnologia consente di organizzare a rete, capaci di realizzare un sistema di regolazione, coerente in tutti i suoi aspetti e idoneo a collegare più efficacemente la materia del reclutamento ai temi delle classificazioni e delle progressioni di carriera.

SANITÀ E REGIONALISMO DIFFERENZIATO TRA SERVIZI LABOUR INTENSIVE E ASSISTENZA TERRITORIALE INTEGRATA

ANGELA MARCIANO
2025-01-01

Abstract

Il saggio approfondisce il tema del lavoro in sanità, alla luce degli scenari sfidanti emersi dalla Missione 6 del PNRR e dalle riforme su regionalismo differenziato e assistenza territoriale integrata. L’A. affronta, in chiave attualizzante, il tema del riparto delle competenze in materia e le conseguenze degli interventi della Consulta sulla c.d. riforma Calderoli. Viene, poi, esaminato il ruolo dell’Accordo Collettivo Nazionale e i rapporti con le fonti sottordinate, al fine di focalizzare le cause del progressivo abbandono del SSN da parte del personale medico e infermieristico, valutando i possibili esiti della riforma dei Medici di medicina generale. La disamina dei nuovi modelli, prescelti dalla deospedalizzazione, fa emergere difficoltà non risolvibili con una mera redistribuzione del personale interno al Ssn, che non si traduca in reali investimenti in nuovo personale e risorse di formazione e finanziarie aggiuntive. Vengono, pertanto, prospettati programmi di potenziamento dei livelli di assistenza sanitaria, coordinati stabilmente con i servizi del territorio attraverso gli strumenti che la tecnologia consente di organizzare a rete, capaci di realizzare un sistema di regolazione, coerente in tutti i suoi aspetti e idoneo a collegare più efficacemente la materia del reclutamento ai temi delle classificazioni e delle progressioni di carriera.
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