Nell’ambito degli obiettivi fissati dalla riforma del 1975, volti all’eliminazione delle disparità di posizioni tra i coniugi a al riconoscimento della loro parità, giuridica ed economica, si pongono le previsioni che riconoscono anche alle donne la possibilità di gestire ed amministrare in via autonoma il proprio patrimonio, il proprio denaro, i propri beni. Il conto corrente rappresenta lo strumento più immediato per poter gestire le proprie risorse, il proprio denaro, in quanto mediante tale contratto il cliente può accedere a diversi servizi offerti dall’intermediario, quali la custodia dei suoi risparmi, l’esecuzione di versamenti, di prelievi e di pagamenti – anche mediante servizi e strumenti di pagamento come carte di debito, carte di credito, assegni, bonifici o addebiti diretti – oppure ancora l’accesso ai prodotti di finanziamento o di investimento. In tal modo viene garantita una certa autonomia di gestione, una indipendenza economica, una certa emancipazione della donna. Il nostro ordinamento disciplina una serie di strumenti che possono realizzare tali esigenze (conto corrente, conto base, servizi di pagamento). È necessario, tuttavia, avere piena coscienza e consapevolezza di tale quadro normativo e dell’opportunità di raggiungere, in concreto, un’autonomia finanziaria e di gestione delle proprie risorse, qualsiasi esse siano. Su questo le autorità di vigilanza finanziaria, in specie la Banca d’Italia ma anche la Consob, sono impegnate in campagne sempre più frequenti ed articolare volte alla diffusione di una necessaria ed opportuna educazione finanziaria tra il pubblico quale presupposto irrinunciabile per utilizzare al meglio gli strumenti offerti dal nostro sistema bancario e limitare gli effetti negativi derivanti, al contrario, da un non corretto o mancato utilizzo degli stessi e prevenire ipotesi ancor più gravi e patologiche, come, ad esempio, quelle legate alla c.d. violenza economica. Attraverso queste campagne si intende incrementare l’inclusione finanziaria e, di conseguenza, l’inclusione sociale: l’inclusione finanziaria è un potente facilitatore e acceleratore del processo di integrazione in quanto favorisce l’accesso ad una vera e propria cittadinanza economica. Divenire soggetto economico è una condizione indispensabile per un’integrazione di carattere anche sociale che passa attraverso il lavoro, l’avvio di attività produttive, l’acquisto di un’abitazione. È necessaria anche per l’esercizio di una più consapevole cittadinanza attiva, soprattutto dei gruppi più vulnerabili: giovani, donne, migranti.

L’accesso ai servizi bancari e finanziari quale strumento di riequilibrio nei rapporti tra coniugi

Roberto Caratozzolo
2025-01-01

Abstract

Nell’ambito degli obiettivi fissati dalla riforma del 1975, volti all’eliminazione delle disparità di posizioni tra i coniugi a al riconoscimento della loro parità, giuridica ed economica, si pongono le previsioni che riconoscono anche alle donne la possibilità di gestire ed amministrare in via autonoma il proprio patrimonio, il proprio denaro, i propri beni. Il conto corrente rappresenta lo strumento più immediato per poter gestire le proprie risorse, il proprio denaro, in quanto mediante tale contratto il cliente può accedere a diversi servizi offerti dall’intermediario, quali la custodia dei suoi risparmi, l’esecuzione di versamenti, di prelievi e di pagamenti – anche mediante servizi e strumenti di pagamento come carte di debito, carte di credito, assegni, bonifici o addebiti diretti – oppure ancora l’accesso ai prodotti di finanziamento o di investimento. In tal modo viene garantita una certa autonomia di gestione, una indipendenza economica, una certa emancipazione della donna. Il nostro ordinamento disciplina una serie di strumenti che possono realizzare tali esigenze (conto corrente, conto base, servizi di pagamento). È necessario, tuttavia, avere piena coscienza e consapevolezza di tale quadro normativo e dell’opportunità di raggiungere, in concreto, un’autonomia finanziaria e di gestione delle proprie risorse, qualsiasi esse siano. Su questo le autorità di vigilanza finanziaria, in specie la Banca d’Italia ma anche la Consob, sono impegnate in campagne sempre più frequenti ed articolare volte alla diffusione di una necessaria ed opportuna educazione finanziaria tra il pubblico quale presupposto irrinunciabile per utilizzare al meglio gli strumenti offerti dal nostro sistema bancario e limitare gli effetti negativi derivanti, al contrario, da un non corretto o mancato utilizzo degli stessi e prevenire ipotesi ancor più gravi e patologiche, come, ad esempio, quelle legate alla c.d. violenza economica. Attraverso queste campagne si intende incrementare l’inclusione finanziaria e, di conseguenza, l’inclusione sociale: l’inclusione finanziaria è un potente facilitatore e acceleratore del processo di integrazione in quanto favorisce l’accesso ad una vera e propria cittadinanza economica. Divenire soggetto economico è una condizione indispensabile per un’integrazione di carattere anche sociale che passa attraverso il lavoro, l’avvio di attività produttive, l’acquisto di un’abitazione. È necessaria anche per l’esercizio di una più consapevole cittadinanza attiva, soprattutto dei gruppi più vulnerabili: giovani, donne, migranti.
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