Sempre più, negli ultimi anni, viene riconosciuto dalla comunità scientifica di riferimento, che la Malattia di Alzheimer e, più in generale la Demenza, non coinvolge soltanto la persona direttamente ammalata ma tutta la sua famiglia. La demenza di Alzheimer, essendo una patologia grave ed invalidante, è stata, pertanto, definita una vera e propria "malattia familiare" per l'impatto che produce non solo su chi ne è direttamente affetto, ma anche sul caregiver il quale, a livello familiare, se ne prende quotidianamente cura, ne sostiene il peso psicologico, sociale ed economico, fa rinunce e vive a stretto contatto con la malattia degenerativa. In particolare, il familiare che si prende cura è stato riconosciuto come "la vittima nascosta" della malattia di Alzheimer. Ecco perché, risulta oggi necessario prendere in carico non solo il paziente con demenza ma anche il sistema familiare nel quale lui è inserito e, nell'ottica dell'intervento precoce, cercare di arginare, per quello che è possibile, l'influenza negativa e destabilizzante del subdolo ed insidioso evolversi della malattia dementigena. I "Gruppi Abc"(Autoaiuto-Balint-Conversazionalismo), pertanto, tramite la "cura delle parole", si propongono come opportunità terapeutica, direttamente per chi assiste e, indirettamente per chi viene assistito.
La malattia di Alzheimer: risorse e difficoltà della famiglia emerse lungo il percorso dei Gruppi ABC
LARCAN, Rosalba;ARENA, Maria Grazia;
2013-01-01
Abstract
Sempre più, negli ultimi anni, viene riconosciuto dalla comunità scientifica di riferimento, che la Malattia di Alzheimer e, più in generale la Demenza, non coinvolge soltanto la persona direttamente ammalata ma tutta la sua famiglia. La demenza di Alzheimer, essendo una patologia grave ed invalidante, è stata, pertanto, definita una vera e propria "malattia familiare" per l'impatto che produce non solo su chi ne è direttamente affetto, ma anche sul caregiver il quale, a livello familiare, se ne prende quotidianamente cura, ne sostiene il peso psicologico, sociale ed economico, fa rinunce e vive a stretto contatto con la malattia degenerativa. In particolare, il familiare che si prende cura è stato riconosciuto come "la vittima nascosta" della malattia di Alzheimer. Ecco perché, risulta oggi necessario prendere in carico non solo il paziente con demenza ma anche il sistema familiare nel quale lui è inserito e, nell'ottica dell'intervento precoce, cercare di arginare, per quello che è possibile, l'influenza negativa e destabilizzante del subdolo ed insidioso evolversi della malattia dementigena. I "Gruppi Abc"(Autoaiuto-Balint-Conversazionalismo), pertanto, tramite la "cura delle parole", si propongono come opportunità terapeutica, direttamente per chi assiste e, indirettamente per chi viene assistito.Pubblicazioni consigliate
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