Lo scritto si interroga, in primo luogo, sui criteri idonei a consentire il riconoscimento dei nuovi diritti fondamentali, argomentando la tesi secondo cui essi sono dati da bisogni elementari dell'uomo il cui appagamento è indispensabile ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa, bisogni per il cui riconoscimento occorre far riferimento a consuetudini culturali diffuse nel corpo sociale, senza peraltro escludere il ruolo di garanzia svolto dai giudici nei riguardi delle voci culturali minoritarie nella società, laddove si facciano portatori di bisogni elementari riconducibili ai principi di libertà ed eguaglianza, la coppia assiologica fondamentale che dà senso alla dignità. Si mette quindi in evidenza il ruolo che legislatore (sia costituzionale che comune) e giudici (europei e nazionali, costituzionali e non) sono chiamati, con tipicità di interventi e di effetti, ad esercitare a presidio dei diritti stessi. Infine, si prospetta l'opportunità (e, forse, pure la necessità) di far luogo ad una aggiornata disciplina dei rapporti tra le Corti al fine di migliorarne il rendimento a tutela dei diritti.

Cosa sono i diritti fondamentali e da chi e come se ne può avere il riconoscimento e la tutela

RUGGERI, Antonio
2016-01-01

Abstract

Lo scritto si interroga, in primo luogo, sui criteri idonei a consentire il riconoscimento dei nuovi diritti fondamentali, argomentando la tesi secondo cui essi sono dati da bisogni elementari dell'uomo il cui appagamento è indispensabile ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa, bisogni per il cui riconoscimento occorre far riferimento a consuetudini culturali diffuse nel corpo sociale, senza peraltro escludere il ruolo di garanzia svolto dai giudici nei riguardi delle voci culturali minoritarie nella società, laddove si facciano portatori di bisogni elementari riconducibili ai principi di libertà ed eguaglianza, la coppia assiologica fondamentale che dà senso alla dignità. Si mette quindi in evidenza il ruolo che legislatore (sia costituzionale che comune) e giudici (europei e nazionali, costituzionali e non) sono chiamati, con tipicità di interventi e di effetti, ad esercitare a presidio dei diritti stessi. Infine, si prospetta l'opportunità (e, forse, pure la necessità) di far luogo ad una aggiornata disciplina dei rapporti tra le Corti al fine di migliorarne il rendimento a tutela dei diritti.
2016
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