Il lavoro affronta il problema del rapporto tra agricoltura, cambiamenti climatici e sicurezza alimentare nel quadro della recente riforma della Politica Agricola Comune, tentando di sottoporre a verifica l’efficacia degli strumenti predisposti per garantire la realizzazione degli interessi sottesi. L’Unione Europea, attraverso la Politica Agricola Comune (PAC), infatti, ha da tempo raccolto la sfida di affrontare il cambiamento climatico elaborando strumenti volti, da un lato, ad ammortizzarne l’impatto e, dall’altro, a mitigarne gli effetti. Nell’ultima riforma della PAC, realizzata nel dicembre del 2013, l’approccio al tema del climate change viene confermato e ne vengono consolidati obiettivi strategici e strumenti diretti alla loro realizzazione. Diverse misure di natura finanziaria vengono previste e disciplinate sia nell’ambito della Politica agricola di sviluppo rurale sia nell’ambito della Politica agricola di mercato: nella prima sono riconducibili i pagamenti agro-climatico-ambientali e le misure dirette al sostegno dei silvicoltori che assumano impegni volti alla realizzazione di servizi silvo-ambientali e climatici a salvaguardia delle foreste stesse, nella seconda si colloca la componente obbligatoria di "inverdimento" dei pagamenti diretti, a sostegno di pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente, applicabile in tutta l'Unione. Si procede, quindi, alla verifica della relativa efficacia, mettendo a confronto l’approccio individuale e quello collettivo, osservando come quest’ultimo costituisca la migliore formula per il contemperamento dei contrapposti interessi che ruotano attorno all’esercizio dell’attività agricola ed all’uso dei suoli destinati a tale esercizio.

Agricoltura, cambiamenti climatici e sicurezza alimentare nella PAC 2014-2020

GIUFFRIDA, Marianna
2018-01-01

Abstract

Il lavoro affronta il problema del rapporto tra agricoltura, cambiamenti climatici e sicurezza alimentare nel quadro della recente riforma della Politica Agricola Comune, tentando di sottoporre a verifica l’efficacia degli strumenti predisposti per garantire la realizzazione degli interessi sottesi. L’Unione Europea, attraverso la Politica Agricola Comune (PAC), infatti, ha da tempo raccolto la sfida di affrontare il cambiamento climatico elaborando strumenti volti, da un lato, ad ammortizzarne l’impatto e, dall’altro, a mitigarne gli effetti. Nell’ultima riforma della PAC, realizzata nel dicembre del 2013, l’approccio al tema del climate change viene confermato e ne vengono consolidati obiettivi strategici e strumenti diretti alla loro realizzazione. Diverse misure di natura finanziaria vengono previste e disciplinate sia nell’ambito della Politica agricola di sviluppo rurale sia nell’ambito della Politica agricola di mercato: nella prima sono riconducibili i pagamenti agro-climatico-ambientali e le misure dirette al sostegno dei silvicoltori che assumano impegni volti alla realizzazione di servizi silvo-ambientali e climatici a salvaguardia delle foreste stesse, nella seconda si colloca la componente obbligatoria di "inverdimento" dei pagamenti diretti, a sostegno di pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente, applicabile in tutta l'Unione. Si procede, quindi, alla verifica della relativa efficacia, mettendo a confronto l’approccio individuale e quello collettivo, osservando come quest’ultimo costituisca la migliore formula per il contemperamento dei contrapposti interessi che ruotano attorno all’esercizio dell’attività agricola ed all’uso dei suoli destinati a tale esercizio.
2018
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