Lo scritto muove dalla premessa secondo cui nei riguardi del fenomeno migratorio sia preferibile, anziché un approccio multiculturale, uno interculturale. Da questa prospettiva si indaga il tema della famiglia, nonché dei diritti e, soprattutto, dei doveri dei genitori, anche se stranieri (a prescindere dal fatto che siano regolari o meno); tra i doveri si fa particolare riferimento a quello di “mantenere, istruire ed educare i figli” (ex art. 30 Cost.). Si sofferma l’attenzione su quelle pratiche che rientrano nelle modalità educative dei soggetti stranieri e che pongono seri problemi di compatibilità con i valori costituzionali; il riferimento è, in particolare, alle mutilazioni genitali femminili e alla circoncisione maschile, pratiche che invero – come si tenta di mostrare – non sono collocabili sullo stesso piano. Al riguardo si riflette su alcune rilevanti decisioni della giurisprudenza di merito. Si precisa che i valori che stanno alla base dell’etica pubblica repubblicana non possono essere mortificati e che il dialogo tra le culture è possibile solo se vi sia un comune denominatore che, in definitiva, si rintraccia nel valore della dignità e in quello dell’integrità psico-fisica della persona umana. Un ruolo assai importante è affidato al giudice. In generale, si è dell’idea che sia necessario mettere in pratica il valore della solidarietà se davvero si vuole favorire la convivenza pacifica e il dialogo tra culture diverse.

Ruolo genitoriale e società interculturale

RANDAZZO, ALBERTO
2013-01-01

Abstract

Lo scritto muove dalla premessa secondo cui nei riguardi del fenomeno migratorio sia preferibile, anziché un approccio multiculturale, uno interculturale. Da questa prospettiva si indaga il tema della famiglia, nonché dei diritti e, soprattutto, dei doveri dei genitori, anche se stranieri (a prescindere dal fatto che siano regolari o meno); tra i doveri si fa particolare riferimento a quello di “mantenere, istruire ed educare i figli” (ex art. 30 Cost.). Si sofferma l’attenzione su quelle pratiche che rientrano nelle modalità educative dei soggetti stranieri e che pongono seri problemi di compatibilità con i valori costituzionali; il riferimento è, in particolare, alle mutilazioni genitali femminili e alla circoncisione maschile, pratiche che invero – come si tenta di mostrare – non sono collocabili sullo stesso piano. Al riguardo si riflette su alcune rilevanti decisioni della giurisprudenza di merito. Si precisa che i valori che stanno alla base dell’etica pubblica repubblicana non possono essere mortificati e che il dialogo tra le culture è possibile solo se vi sia un comune denominatore che, in definitiva, si rintraccia nel valore della dignità e in quello dell’integrità psico-fisica della persona umana. Un ruolo assai importante è affidato al giudice. In generale, si è dell’idea che sia necessario mettere in pratica il valore della solidarietà se davvero si vuole favorire la convivenza pacifica e il dialogo tra culture diverse.
2013
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