Lo scritto si sofferma sulla pluralità delle accezioni in cui può essere intesa l’efficacia della Carta dei diritti dell’Unione europea, specificamente al piano della teoria delle fonti ed a quello del-la teoria della interpretazione, mettendo in evidenza come possano aversi vincoli di diversa intensità per ciascuna di esse. In particolare, si rilevano i limiti di carattere teorico-ricostruttivo ai quali vanno incontro gli inquadramenti d’ispirazione formale-astratta, che assimilano la condizione della Carta a quella delle restanti fonti dell’Unione, compreso lo stesso trattato di Lisbona che vi fa richiamo. Si passa poi a riconsiderare il rilievo assunto dalla Carta in ambito interno alla luce delle indi-cazioni date dalla discussa sent. n. 269 del 2017 della Corte costituzionale e ci si interroga sulla sua effettiva capacità di incidere nello svolgimento dei processi, specie di quelli comuni. Infine, si ragiona sulle possibili reazioni che potrebbero aversi tanto da parte della Corte dell’Unione quanto dei giudici nazionali al principio di diritto enunciato nella pronunzia sopra ri-chiamata della Corte costituzionale, specificamente laddove in essa si afferma che in caso di viola-zione congiunta della Carta di Nizza-Strasburgo e della Costituzione sarebbe fatto obbligo ai giudici di rivolgersi comunque al giudice delle leggi pur laddove l’incompatibilità coinvolga norme dell’Unione self-executing.

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e le tecniche decisorie idonee ad assicurarne la efficacia ed effettività

RUGGERI, Antonio
2018-01-01

Abstract

Lo scritto si sofferma sulla pluralità delle accezioni in cui può essere intesa l’efficacia della Carta dei diritti dell’Unione europea, specificamente al piano della teoria delle fonti ed a quello del-la teoria della interpretazione, mettendo in evidenza come possano aversi vincoli di diversa intensità per ciascuna di esse. In particolare, si rilevano i limiti di carattere teorico-ricostruttivo ai quali vanno incontro gli inquadramenti d’ispirazione formale-astratta, che assimilano la condizione della Carta a quella delle restanti fonti dell’Unione, compreso lo stesso trattato di Lisbona che vi fa richiamo. Si passa poi a riconsiderare il rilievo assunto dalla Carta in ambito interno alla luce delle indi-cazioni date dalla discussa sent. n. 269 del 2017 della Corte costituzionale e ci si interroga sulla sua effettiva capacità di incidere nello svolgimento dei processi, specie di quelli comuni. Infine, si ragiona sulle possibili reazioni che potrebbero aversi tanto da parte della Corte dell’Unione quanto dei giudici nazionali al principio di diritto enunciato nella pronunzia sopra ri-chiamata della Corte costituzionale, specificamente laddove in essa si afferma che in caso di viola-zione congiunta della Carta di Nizza-Strasburgo e della Costituzione sarebbe fatto obbligo ai giudici di rivolgersi comunque al giudice delle leggi pur laddove l’incompatibilità coinvolga norme dell’Unione self-executing.
2018
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